A Lucca, l'Associazione Non Una di Meno è impegnata nella stesura delle liste di proscrizione delle farmaciste che non danno le kill pill?
COMUNICATO STAMPA
Il Popolo della Famiglia si chiede:
«a Lucca, l'Associazione "Non Una di Meno" è impegnata nella stesura delle liste di proscrizione delle farmaciste che non danno le kill pill?»
Se il sacrosanto diritto all'obiezione di coscienza fosse negato, vorrebbe dire che ci staremmo già trovando in una dittatura peggiore di quella hitleriana; liste di proscrizione di antica memoria, per individuare e additare con sdegno alla pubblica opinione le farmaciste che, per scelta determinata dalla loro coscienza, non consegnano le c.d. "pillole del giorno dopo" alle donne che ne fanno richiesta.
Va innanzitutto rispettato il codice deontologico dei farmacisti il quale recita, all'articolo 3, nel modo seguente: «il farmacista deve operare in piena autonomia e coscienza professionale conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». L'obiezione di coscienza del personale sanitario, difronte alla collaborazione all'aborto, è difatti un diritto inalienabile.
La sezione del Popolo della Famiglia di Arezzo adesso, così come quella di Firenze e quella di Lucca che avevano tempestivamente espresso la loro piena solidarietà e il loro sostegno verso le due farmaciste (Maria Rosaria D’Atri e la sua collega Maria Gabriella Passarello), si congratula con loro. Le due operatrici sanitarie sono infatti da ammirare ed elogiare, perché hanno rifiutato (con garbo e disponibilità a spiegarne le ragioni) la consegna delle "kill pill" alle donne, in quanto prodotti destinati a provocare la morte del feto (essendo esso, come la scienza conferma, persona); è quindi anche una questione di tutela delle donne che richiedono la pillola abortiva, e dei figli che esse portano in grembo, anche se queste ultime non ne sono consapevoli
Il Popolo della Famiglia si chiede:
«a Lucca, l'Associazione "Non Una di Meno" è impegnata nella stesura delle liste di proscrizione delle farmaciste che non danno le kill pill?»
Se il sacrosanto diritto all'obiezione di coscienza fosse negato, vorrebbe dire che ci staremmo già trovando in una dittatura peggiore di quella hitleriana; liste di proscrizione di antica memoria, per individuare e additare con sdegno alla pubblica opinione le farmaciste che, per scelta determinata dalla loro coscienza, non consegnano le c.d. "pillole del giorno dopo" alle donne che ne fanno richiesta.
Va innanzitutto rispettato il codice deontologico dei farmacisti il quale recita, all'articolo 3, nel modo seguente: «il farmacista deve operare in piena autonomia e coscienza professionale conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». L'obiezione di coscienza del personale sanitario, difronte alla collaborazione all'aborto, è difatti un diritto inalienabile.
La sezione del Popolo della Famiglia di Arezzo adesso, così come quella di Firenze e quella di Lucca che avevano tempestivamente espresso la loro piena solidarietà e il loro sostegno verso le due farmaciste (Maria Rosaria D’Atri e la sua collega Maria Gabriella Passarello), si congratula con loro. Le due operatrici sanitarie sono infatti da ammirare ed elogiare, perché hanno rifiutato (con garbo e disponibilità a spiegarne le ragioni) la consegna delle "kill pill" alle donne, in quanto prodotti destinati a provocare la morte del feto (essendo esso, come la scienza conferma, persona); è quindi anche una questione di tutela delle donne che richiedono la pillola abortiva, e dei figli che esse portano in grembo, anche se queste ultime non ne sono consapevoli