Anche dai Castelli Romani una candidata alle elezioni europee per il Popolo della famiglia
«È più forte di me, lo ammetto, – ha dichiarato Sabrina Bosu, Responsabile della Provincia di Roma per il Popolo della famiglia – non riesco a guardare tutto il male che ci circonda senza fare niente. Ho passato innumerevoli notti a chiedermi cosa avrei potuto fare, quale contributo avrei potuto dare, per cercare di arginare l’inondazione che vedevo abbattersi violentemente e inesorabilmente contro la famiglia e contro la vita umana, soprattutto la più fragile, quella dei bambini, degli anziani e dei malati. Poi ho incontrato il Popolo della famiglia ed ho scoperto che il luogo ideale per il combattimento della buona battaglia esisteva ed era ancora meglio di come avevo sperato.
Nel Popolo della famiglia ho conosciuto una moltitudine di persone
straordinarie che offrono gratuitamente la propria vita al servizio
degli altri, persone che donano il proprio tempo e i propri beni perché
la dignità umana venga sempre rispettata, perché nessuno sia abbandonato
a sé stesso nel momento del dolore. Ho conosciuto il Popolo della
famiglia e il mio cuore si è incendiato di zelo perché finalmente avevo
in mano una Ferrari per correre in aiuto dei sofferenti.»
«Questo desiderio profondo di bene – ha continuato Bosu – si traduce
oggi in un concreto impegno politico che da Lanuvio, città nella quale
vivo nel cuore dei Castelli Romani, a tutta Roma e Provincia, mi ha
vista impegnata nelle Piazze e davanti alle scuole, nei mercati e ai
convegni, negli incontri con Vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate
per presentare la nostra proposta di legge del Reddito di maternità. Si
traduce nel concreto impegno per la realizzazione di un Europa dei
popoli che contrasti l’Europa dei banchieri dove la democrazia non sia
una parola che stride con la realtà che puzza di dittatura ma diventi
davvero l’espressione del popolo e la concretizzazione di quei bisogni
che oggi vengono disattesi.
Si attua attraverso un presidio costate in difesa della vita con:
– la difesa della centralità e dell’unicità della famiglia naturale;
– il riconoscimento del diritto universale a nascere;
– il rifiuto di qualsiasi forma di maternità surrogata;
– la difesa dell’ambiente e delle risorse naturali;
– la difesa della libertà educativa e di cura dei genitori;
– la difesa della vita nella sua fase declinante respingendo l’eutanasia
e il suicidio assistito perché non si risparmino soldi della sanità
uccidendo le persone;
– nella realizzazione di azioni politiche a sostegno della disabilità e degli anziani;
– rimettendo in moto l’economia costruendo politiche del lavoro
innovative che sappiano valorizzare l’impresa familiare e sfruttando
pienamente i fondi europei destinati a tale scopo che oggi non vengono
utilizzati.»
«Si traduce infine – ha concluso Bosu – nella lotta determinata contro
ogni tipo di dipendenza: droga, alcool, prostituzione, gioco d’azzardo,
pornografia. Bisogna entrare in queste colonie del male e distruggerle
prima che esse distruggano i nostri figli. Ed io di figli ne ho 4 e
sento tutta la responsabilità della loro educazione che la cultura
avaloriale ed edonistica nelle quali siamo immersi rende ogni giorno una
difficile lotta impari. C’è bisogno di innescare una rivoluzione
culturale, che veda ribaltare l’attuale concezione del bene per rendere
protagonista il vero bene che sembra essere sempre meno attraente per le
giovani generazioni abbagliate dal luccichio del tutto subito e senza
sacrifici.
Abbiamo il dovere di ricominciare ad educare, parola che deriva dal
termine educere che significa “tirare fuori”, questo deve essere il
nostro obiettivo principale: tirare fuori, far uscire, il bello e il
buono che c’è in ognuno dei nostri giovani, perché possano scegliere il
bene e perché possano prendere in mano la loro vita per farne un
capolavoro.
È necessario combattere il male con il bene e il Popolo della famiglia mi offre questa possibilità ogni giorno. Per questo ho deciso di candidarmi alle elezioni europee che si terranno il 26 maggio. Insieme porteremo le nostre tradizioni e le nostre radici in Europa ridandole quel cuore pulsante che sembra voglia essere soffocato e sacrificato sull’altare degli interessi economici a discapito della stessa vita umana. Io sono certa che tutti noi vorremmo che questi valori fossero difesi dai governanti perché la nostra esperienza di vita ci dice chiaramente cosa ci rende felici e cosa ci toglie la gioia. Ma finora le promesse sono state disattese da tutte le forze politiche. I falsi miti di progresso con i quali veniamo bombardati ogni giorno dai media promettono una simulazione di felicità, un’illusione che in breve si trasforma in delusione. Per noi adulti è facile cogliere il messaggio ingannevole e starne alla larga. Ma quanti giovani restano intrappolati nel richiamo lusinghiero delle sirene? Quanti buttano la propria vita dietro la ricerca di una presunta felicità che li conduce all’autodistruzione? Cari amici, aiutateci a cambiare davvero il grigio futuro che ci attende dandoci fiducia il 26 maggio nel segreto della cabina elettorale e insieme ce la faremo.»