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Il Popolo della Famiglia Firenze scrive ai Presidenti del Comitato Italiano Paralimpico, della FIDAL e della FIGMMA: "Signori, fate argine alla barbarie del transgenderismo nello sport"

Pdf Firenze - Pubblicato il 11/06/2021 - Visite: 714 Facebook Twitter
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Il Popolo della Famiglia Firenze ha preso nota, con sgomento, che l'atleta Fabrizio Petrillo, come si legge sull'agenzia informativa La Nuova Bussola Quotidiana, qui

"...ora gareggia come Valentina Petrillo nelle competizioni femminili dei campionati paraolimpici nella categoria degli atleti ipovedenti. E’ il primo atleta trans italiano che compete a questi livelli.
Quando all’anagrafe era ancora maschio vinse 11 medaglie. Da poco ha iniziato i trattamenti ormonali: quindi, come corridore, il vantaggio di essere un uomo in competizioni femminili è enorme".

Il referente del Popolo della Famiglia per Firenze, Pier Luigi Tossani, ne ha scritto ai Presidenti del  Comitato Italiano Paralimpico, della FIDAL e della FIGMMA:

"Pur dispiaciuti dall'handicap dell'atleta, esprimiamo il nostro dissenso e la nostra protesta per la sua ammissione alla categoria femminile, in oltraggio alla legge naturale. Dobbiamo constatare amaramente che l'onda lunga dello tsunami del transgenderismo, partita dall'estero, è giunta fino in Italia. Pensiamo infatti alle parole dell'atleta americana Chelsea Mitchell, che il nostro Presidente nazionale Mario Adinolfi ha riassunto nel modo seguente:

"Chelsea Mitchell ha 16 anni, è la giovane atleta più veloce del Connecticut e negli USA la questione non è banale, ne derivano allori sportivi ma soprattutto borse di studio per frequentare le costosissime università (rette da 50mila dollari). Poi sono arrivati i maschi a dichiararsi femmine, contro di loro ha inevitabilmente perso. E lei ha scritto un articolo di protesta a Usa Today chiamandoli così, maschi, come fa nella verità una tosta ragazzina di 16 anni. Usa Today, il più diffuso quotidiano nazionale americano, le ha corretto l’articolo trasformando l’aggettivo “maschi” in “transgender” scusandosi pure coi lettori. Chelsea dimostra che questa folle moda del gender sarà abbattuta dal coraggio dei più giovani e verrà un giorno in cui i censori si vergogneranno d’aver fatto parte del regime che ha oppresso la verità e le ragazze di talento come Chelsea. Joe Biden, presidente americano che ha firmato il giorno dell’insediamento alla Casa Bianca l’atto che consente ai maschi trans di competere con le femmine nelle gare sportive, sarà ricordato nelle barzellette".

Passando a sport diverso dall'atletica leggera, ma con la medesima logica di cui sopra, esprimiamo, ancora con le parole del nostro Presidente, il nostro dolore per le boxeur donne, Erika Newsome e Tamikka Brents, vittime del pugile transgender Fallon Fox:

"Fallon Fox è stata proclamata negli Stati Uniti “Atleta più coraggiosa della storia”. Il tutto perché dopo un po’ di anni che batteva il campo delle MMA un cronista stupefatto dalla sua forza riuscì a scoprire che Fallon Fox in realtà era nato maschio. Esecrazione per l’atleta? No, tutt’altro: esecrazione per il cronista che non aveva rispettato la privacy di un transgender. E così un maschio è diventato l’atleta americana più coraggiosa della storia. È tornata sul ring e ha spaccato il cranio alla sua successiva avversaria. Ed io non ci sto più / e i pazzi siete voi..."


Quelle del nostro Presidente sono parole dure, ma non più dure della sorte delle vittime di Fox. Se non sono demolite fisicamente, Chelsea Mitchell e le avversarie di Fabrizio Petrillo lo sono comunque, dal punto di vista puramente sportivo. L'ingiustizia è palmare, ma lo è ancor di più la filosofia che la genera, al punto che non ha nemmeno bisogno di essere argomentata, se non aggiungendo che con questi sistemi si radono al suolo le fondamenta della nostra civiltà. Chiediamo pertanto al Presidente del Comitato Italiano Paralimpico di revocare immediatamente l'accesso dell'atleta Fabrizio Petrillo alle gare femminili, e a tutti voi, ciascuno secondo il proprio ruolo, di porre un argine invalicabile alla barbarie ideologica che, purtroppo, si è già fatta realtà.

Concludendo, ci rivolgiamo idealmente a tutte le atlete donne, con queste parole:

"care amiche, se malauguratamente vi trovaste a dover gareggiare con uomini che pretendono di essere donne, difendete a spada tratta la vostra dignità, ed eventualmente la vostra integrità fisica: fate obiezione di coscienza".  

N.B.: l'originale della lettera ai Presidenti è allegato alla presente.

AAA cerchiamo braccia e cuore, astenersi perditempo!

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