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Il Popolo della Famiglia in udienza da Papa Francesco

- Pubblicato il 17/10/2018 - Visite: 1259 Facebook Twitter
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SE IL BRUCO DIVENTA FARFALLA


Devo confessare la stanchezza dopo una giornata di immense emozioni. Il ritrovarsi di mattina presto con gli amici del Popolo della Famiglia arrivati chissà come da tutta Italia in piazza San Pietro, il superamento degli infiniti controlli, l'accesso in piazza con i maggiordomi del Papa che ci sussurravano "siete una storia senza precedenti". La bellissima catechesi sul non uccidere, il saluto ufficiale alla delegazione, poi l'incontro che ho avuto con l'umanità stessa di Francesco, con il suo sorriso, con lo sguardo attento con cui ha scrutato la spilletta del PdF che gli donavo insieme con il libro in cui ho ricordato i 441 uccisi (in stragrande maggioranza cattolici e spesso impegnati in politica) dal terrorismo in Italia. E per l'Italia gli ho chiesto di pregare. Poi nella nostra conversazione il suo tono di incoraggiamento si è fatto ancora più personale, si è rivolto a Silvia che a pochi giorni dal parto era lì e ha voluto sapere il nome della piccola, quanto mancasse al lieto evento e le ha impartito una calda e ripetuta benedizione. Quando poi il Papa ci ha definitivamente salutati il PdF si è ritrovato davvero trasformato, eravamo consapevoli di aver attraversato un momento storico: il bruco è diventato farfalla. L'assemblea nazionale del Palazzetto delle Carte Geografiche è l'inizio di una fase tutta nuova, con la nomina dei 250 dirigenti del coordinamento nazionale a presidiare palmo a palmo il territorio per moltiplicare i 220mila voti che abbiamo preso il 4 marzo. Incoraggiati da quel sorriso, il sorriso che il Papa ha rivolto a noi tutti quando ha sentito il casino che siamo in grado di fare, persino sul sagrato di San Pietro. E quell'immagine resta la più bella di una giornata che non dimenticheremo.






Il Popolo della Famiglia incontra il Papa. De Carli: “L’appello fatto da Papa Paolo VI in poi è stato accolto dal Movimento”

Primo incontro tra il Popolo della Famiglia e Papa Francesco questa mattina, sul Sagrato della Santa Basilica di San Pietro. “È arrivato, caldo e profondo quell’abbraccio fraterno che il Movimento ha sempre cercato”, dicono i dirigenti.

L’accesso sul Sagrato della Basilicata è stato possibile solo per una delegazione di 70 dirigenti, commossi ed emozionati perché il Santo Padre ha avuto premura di ricordare il Movimento Politico del Popolo della Famiglia, nei saluti in italiano dell’udienza del mercoledì.

“Siamo stati cercati”, commenta il presidente del PdF Mario Adinolfi, “una delegazione di un movimento politico ricevuti dal Santo Padre non accadeva da 60 anni, è un fatto storico”.
“Sia chiara la nostra missione: noi – scandisce Afinolfi – difenderemo ciò che siamo, un soggetto politico che chiede consensi a difesa della Famiglia naturale, degli anziani lasciati al macero. Ci vorrà coraggio e forza.
Abbiamo sempre rispettato la figura del Papa, noi non siamo un partito clericale e questo lo rivendico perché il nostro movimento è laico, mai posto sul piano religioso la nostra militanza, tanti attacchi abbiamo ricevuto, ma abbiamo resistito perché abbiamo fede”.

“E’ un servizio – interviene anche De Carli – il dare rappresentanza ai laici cristiani ma anche a tutte le donne e agli uomini di buona volontà che credono che vita, famiglia e persona siano i punti di riferimento attraverso il quale si possa oggi, più che mai che nel passato, offrire una proposta politica sia a livello nazionale che europeo”. Continua il coordinatore nazionale De Carli: “Il Popolo della Famiglia ha da sempre come obiettivo quello di ricostruire un soggetto unico di cristiani in Italia che sia rappresentativo di tutte le istanze della Dottrina Sociale della Chiesa alle prossime elezioni europee”.

“Perché Il Popolo della Famiglia non chiederà mai, né al Papa né ai Vescovi e ai Sacerdoti, di iscriversi al Popolo della Famiglia – conclude De Carli- o ancor di più, fare campagna elettorale per il Popolo della Famiglia, ma soltanto di riconoscere che l’appello fatto da Papa Paolo VI in poi è stato accolto dal Movimento.
Il Santo Padre oggi ha ricordato che “Grazie a Gesù, morto e risorto per noi, possiamo accogliere il comandamento del Padre non uccidere come l’appello più importante ed essenziale, cioè la chiamata all’amore”.

Papa Francesco lo mette in risalto nell’udienza generale, in cui prosegue la catechesi sulla “Quinta Parola del Decalogo” ed il Pontefice si sofferma sul Vangelo di Matteo in cui Gesù rivela un senso “più profondo” del comandamento, che pure già esprime come “agli occhi di Dio” la vita umana sia “preziosa, sacra e inviolabile”, perché “nessuno può disprezzare la vita altrui o la propria”, in quanto l’uomo “porta in sé l’immagine di Dio ed è oggetto del suo amore infinito, qualunque sia la condizione in cui è stato chiamato all’esistenza”.

Non poteva esserci giornata migliore, più “azzeccata“ di oggi: il Popolo della Famiglia ha incarnato “la chiamata a difendere la vita dalla nascita al concepimento e ne ha fatto punto cardine del proprio programma elettorale”.

Al termine dell’udienza, il Santo Padre ha ricevuto la spilla del Popolo della Famiglia direttamente dalle mani del presidente Adinolfi che, confida, “io tremavo nel dargliela: ero veramente emozionato“.

Fonte: Faro di Roma


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