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Lotta al Porno, una priorità civica

Sabrina Bosu - La Croce Quotidiano - Pubblicato il 26/10/2019 - Visite: 1013 Facebook Twitter
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La maggior parte delle persone sono convinte che la fruizione della pornografia possa essere tranquillamente parte delle attività quotidiane senza che questo possa comportare alcun tipo di problema. Lo fanno tutti, che male c'è, non succede niente, non faccio male a nessuno... queste le tipiche frasi che chi ne fa uso pronuncia per discolparsi o che semplicemente pensa senza arrivare a palesare la propria inclinazione. Ciò che succede al pornofruitore e a chi ha relazioni strette con lui (o lei) è tutt'altro che banale e non può essere sottovalutato.
La pornografia nel corso della storia è apparsa a più riprese a partire dai disegni e dalle iscrizioni sulle case dell'antica Pompei, agli scritti dei rinomati autori dell'epoca e della poesia greca, fino ad arrivare al medioevo con Boccaccio e Aretino. Sono del 1700 le prime stampe licenziose mentre con l'avvento della fotografia e della cinematografia la diffusione diviene sempre più importante passando in breve tempo da una distribuzione amatoriale a quella di massa. Verso la fine degli anni 80, dopo l'introduzione della televisione nel tessuto sociale il mercato della pornografia era arrivato a quello che si credeva potesse essere l'apice con telefoni erotici, cinema a luci rosse, sexy shop, video cassette e riviste ma non si erano fatti i conti con l'ennesima rivoluzione: internet. Pagine web, chat private o pubbliche, messaggi istantanei, e-mail, connessioni peer-to-peer, newsgroups diventarono in poco tempo i sistemi più utilizzati per diffondere e usufruire della pornografia. La proliferazione di cellulari, tablet e smartphone ha reso poi tutto questo visionabile dovunque e in qualsiasi momento. L'accessibilità praticamente senza limiti rende potenzialmente rischioso navigare in internet soprattutto per i bambini e i giovani che spesso si imbattono in materiale pornografico senza neppure averlo cercato, non a caso attualmente i maggiori consumatori di pornografia sono gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni.
L'economicità di internet che spesso mette a disposizione gratuitamente questo tipo di materiale rende ancora più facile il suo reperimento. L'anonimità e l'assenza di rintracciabilità sono un ulteriore incentivo. C'è poi il problema dell'aggressività, ossia i sistemi sia leciti che illeciti con i quali i produttori di pornografia cercano di accalappiare nuovi consumatori, specialmente bambini e adolescenti che hanno una lunga vita davanti durante la quale potranno elargire valanghe di soldi nelle loro tasche. Altra caratteristica dell'utilizzo di internet per reperire materiale pornografico è l'isolamento che si crea nell'utente. L'integrazione, indica invece che internet è ormai parte integrante della vita delle persone. C'è poi l'imposizione, ossia il fatto che spesso l'utilizzo di internet sia imposto per lavoro pertanto può risultare molto difficile liberarsi di questa abitudine. L'interattività è quella caratteristica che indica la possibilità di interazione tra due soggetti. Per ultima l'intossicazione chiarisce che la dipendenza da pornografia è molto simile alle altre dipendenze (droga, alcool, gioco d'azzardo).
I fattori di rischio derivanti dalla fruizione di pornografia sono riconducibili a tre categorie. La prima è quella dovuta ai mass media, essendo essi traboccanti di contenuti a sfondo sessuale, si può dire che i media compiono un processo di "pornografizzazione" di massa. Questo processo ovviamente parte dall'invasione di figure sessualmente allusive nei cartoni animati e nei programmi per bambini e adolescenti. Un mezzo dove si esercita fortemente questo tipo di messaggi è la pubblicità nella quale spesso si strumentalizza il corpo di uomini, donne a bambini attraverso comportamenti sessuali; nudità; atteggiamenti provocanti; riferimenti a oggetti, gesti o parole riferiti all'ambito sessuale; rappresentazioni velate.
Il 64% dei programmi in prima serata hanno riferimenti sessuali mentre in quelli per adolescenti si arriva all'83%. Nei video musicali si sale al 90%. Il mercato delle riviste produce giornali per bambine che vengono letti già a 6 anni nei quali si cerca di indurle ad essere sessualmente attraenti. Nei giochi elettronici sono ricorrenti richiami alla sessualità e alla violenza.
Un altro sistema utilizzato dai giovani è il sexting ossia l'invio di fotografie o video con immagini di sé stessi nudi o seminudi in cambio di ricariche di cellulari o soldi. Spesso queste immagini vengono poi utilizzate dal ricevente a scopo ricattatorio.
Tutta questa esposizione aggressiva e prolungata innesca nei bambini e nei giovani l'acquisizione di comportamenti sessuali deviati che prima o poi emergono nel corso dell'esistenza del soggetto. Se poi all'immagine con riferimento sessuale si aggiunge la violenza il suo impatto è altamente potenziato, per questo spesso vengono associate. C'è dunque un sodalizio tra i mass media e i produttori di pornografia per agevolare in ogni modo possibile l'avvicinamento al porno da parte dei giovani. L'omogeneità con la quale vengono presentati i messaggi riguardanti la sfera sessuale rafforzano l'idea che quello sia il modo migliore per relazionarsi. L'oggettificazione di sé stessi e del partner è la naturale conseguenza del bombardamento mediatico e successivamente (e conseguentemente) pornografico.
Uno dei fattori di rischio più determinanti è l'età in cui si inizia ad usufruire della pornografia. Più si è giovani più le conseguenze sono devastanti sia a livello individuale che sociale. Per questo i teorici del gender stanno tentando l'indottrinamento in età prescolare, a partire dall'asilo, proponendo visione di materiale porno omosessuale e letture di libri omoerotici, per arrivare a sdoganare perfino la pedofilia.
A livello scientifico è evidente che l'indottrinamento mass mediatico e pornografico può comportare gravi effetti soprattutto in presenza di psicopatologie. Bisogna sottolineare che chi non ha questo tipo di disturbi potrebbe avere danni superiori a chi ne ha, non è pertanto indicativo.
Cerchiamo di capire ora come funziona il nostro cervello, ovvero cosa succede quando si visiona pornografia.
Alla vista dell'immagine pornografica l'occhio invia un segnale al nucleo genicolato laterale che è una parte del talamo che si occupa delle percezioni visive, dopo di che viene trasmessa alla corteccia visiva rilasciando testosterone che aumenta l'eccitamento sessuale. Successivamente si attiva l'area tegmentale ventrale che produrrà elevati livelli di dopamina, questo neurotrasmettitore viene rilasciato quando si assumono droghe e induce dipendenza, produce sensazioni di estasi ed euforia e fissa l'attenzione esclusivamente sull'immagine. Contemporaneamente le ghiandole surreali producono noradrenalina che stimola l'eccitazione sessuale, lo stato di euforia e la memoria che fa si che l'immagine si fissi, questo neurotrasmettitore ha un ruolo fondamentale anche nel controllo del dolore e dell'umore. L'effetto di questi tre neurotrasmettitori più la serotonina che vengono rilasciati contemporaneamente potenzia lo stato di eccitamento generale che può durare per diverse ore. A questo punto con il raggiungimento dell'orgasmo l'attività dell'amigdala decrescerà togliendo tensione e ansia mentre l'ipotalamo aumenterà il rilascio di ossitocina che crea un forte legame tra i partners producendo una sensazione di unità, vicinanza e attaccamento e rilascio di vasopressina. Questo comporterà che invece di rafforzare il legame con il partner l'ossitocina consoliderà il legame con l'immagine visionata. Durante l'orgasmo il corpo produce anche degli oppioidi endogeni, la visione ripetuta di pornografia aumenta sempre di più la tolleranza a questi ricettori e per questo motivo la visione diventa ogni volta più hard. Se in un adulto tutto questo processo ha l'effetto di generare dipendenza, nel bambino l'immagine pornografica viene recepita immediatamente dall'amigdala ed impressa nella memoria senza il coinvolgimento della neocorteccia, pertanto non ci potrà essere un eventuale processo cognitivo, ovvero non ci sarà nessun filtro.
Le conseguenze per la fruizione di pornografia sono riscontrabili a livello familiare, lavorativo, cognitivo, economico, medico e sociale.
Gli effetti a livello personale sono: la diminuzione dell'attrazione sessuale verso il partner e di risposta alle sollecitazioni; ossessiva attenzione verso determinate parti del corpo delle persone; impiego sempre maggiore di tempo per la fruizione di pornografia, tempo che viene tolto ai vari impegni quotidiani; perdita di ore di sonno; emozioni negative.
Gli effetti sul partner del dipendente sono: diminuzione della soddisfazione sessuale; sensazione di inadeguatezza con perdita di autostima; giudizio nei confronti del partner; rifiuto di avere rapporti sessuali con il partner; percezione di lontananza emotiva; rottura della relazione.
Se il soggetto dipendente è un adolescente le conseguenze sono ancora più gravi.
Ora vediamo qualche numero per capire a cosa ci riferiamo esattamente quando diciamo che la pornografia smuove una valanga di soldi.
Una ricerca dell’Università del New Mexico negli Stati Uniti ha stimato che nel 2014 l’industria mondiale del porno valeva 97 miliardi dollari.
In Internet ci sono circa 414 milioni di siti porno che fruttano 4 miliardi di euro secondo quando riferito da onlineschool.org.
Sempre stando a quanto dichiarato da questa organizzazione il 35% delle ricerche effettuate sul Web riguarda la pornografia.
Ogni giorno il porno si diffonde attraverso 2,5 miliardi di e-mail hot.
Ogni secondo 28.000 persone visitano siti hard e vengono spesi 2.800 € per contenuti porno sui siti.
Secondo una ricerca pubblicata su Repubblica nel 2008 c'era già un giorno d'affari mondiale di 70 miliardi che vedeva la Cina in testa alla classifica con 19 miliardi spesi tra film, linee telefoniche, gadget, cinema hot, tv satellitari, club privati e siti internet. Subito dopo c'erano la Corea del Sud, il Giappone e gli Usa. L'Italia con 1,3 miliardi si posizionava al settimo posto.
Le capitali dell'industria del sesso sono Los Angeles e Las Vegas.
Nel 2012 gli analisti di PornWatchers hanno scoperto che per guardare gli oltre 700.000 film allora presenti in rete avrebbero dovuto impiegare 16 anni senza interruzioni e che i due maggiori portali contavano circa 93 miliardi di visualizzazioni per un tempo stimato di un milione e 200.000 anni.
Tutti questi dati servono a rendere l'idea di quanto la vita di moltissime persone sia profondamente condizionata dalla visione di pornografia.
Se io fossi una fruitrice di materiale pornografico leggendo i dati enunciati fin'ora deciderei di smettere immediatamente! Non potrei mai accettare che ci siano persone che deliberatamente si approfittino di ciò che è naturale, ossia la sessualità, per generare una dipendenza patologica e guadagnarci su miliardi di €.


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